Turisti?….Maiali!!

Tabù conclamato nella quasi totalità dei paesi arabi, l’allevamento del maiale sta conoscendo delle belle giornate di sole grazie allo sviluppo del turismo in Marocco, visitato da oltre nove milioni di turisti all’anno. ” Se esistono i turisti devono esserci i maiali” spiega Said Samouk, lungimirante impreditore 39enne, proprietario di una fattoria a Jorf, 28 km da Agadir, dove alleva circa 250 maiali. Associato ad un francese settantenne ha lanciato nel 1988 questo allevamente dopo un epidemia di influenza aviaria che decimo’ tutti i suoi polli. Sta pensando di raddoppiare la sua produzione nel giro di tre anni per rispondere alla domanda del Plan Azur 2010 (cifre che sono in ritardo causa la crisi economica mondiale) che prevedeva 10.000.000 di turisti nel 2010. “Io sono un musulmano praticante, non bevo alcool e non mangio carne di maiale; questo é un allevamento come un altro e nessun imam mi ha contestato questo scelta” assicura Said riferendosi all”interdizione dell’Islam  (e del giudaismo) a consumare carne di maiale. Proibito in Algeria, Mauritania e Libia, questo tipo di allevamento è ammesso in Tunisia a destinazione turistica, ovviamente. Il Marocco conta un capitale di oltre 5.000 capi, situati nelle quattro fattorie situate nei pressi di Agadir, due nelle vicinanze di Casablanca e una a Taza, gestite da un cristiano cattolico, un ebreo e quattro musulmani. La cifra di affari annua è di circa un milione di euro con una produzione di 270 tonnellate di carne. Yves Yoel Chriqui, imprenditore ebreo di 32 anni, proprietario di una fattoria  con 1.000 capi e gerente dell”unica fabbrica adibita al trattamento delle carni di maiale del paese, compra la produzione totale di Said Samouk e di un altro allevatore della regione a 22 dh il Kilo. Quattro volte alla settimana si reca al mattatoio di Agadir ma deve tassativamente entrare da una porta secondaria senza mai oltrepassare quella che conduce al mattatio della carne halal. Oltre l”80% della produzione è destinata agli Hotels di Agadir e di Marrakech, la rimanenza ai grandi centri commerciali del paese. Yoel precisa che la cifra d”affari e pressochè raddoppiata negli ultimi due anni ma, tenendo conto del fattore crisi sul turismo, bisogna essere cauti. Parla con esperienza citando la guerra del Golfo nel 1990, gli attentati di NY nel settembre 2001 e l’invasione dell’Irak nel nel 2003 che lo costrinsero a chiudere la sua prima impresa a causa di oltre 250.000 euro di fatture insolute. Da tre anni appunto la nuova società (33 dipendenti) va a gonfie vele e le chiamate di richieste del prodotto arrivano da tutto il Marocco chiedendo spedizioni che al momento l’azienda non puo’ soddisfare. Pue essendo ebreo Yoel non si pone problemi riguardo al suo lavoro con i maiali dichiarando che la religione è un fatto privato e la sua attività è un modo come un altro per guadagnarsi da vivere, sottolineando che il suo rabbino non ha mai espresso opinioni in merito. La clientela è formata nella quasi totalità da europei che desiderano il bacon durante la prima colazione e bistecche di maiale per la cena,  non tollerando cambiamenti di abitudine nei loro soggiorni. Per evitare confusioni sui piatti esposti nei buffet dei grandi alberghi vengono posti, a lettere giganti, cartelli che indicano la tipologia della carne che si sta mangiando.

Fonts: MAP – Maghreb – Maghress – Aujourdhui le Maroc

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