Tinmel


Pochi conoscono questo luogo magico. Dista 100 km da Marrakech, la strada è quella per Asni, poi verso il Tizi N’ Test,  proseguendo verso Taroudant. Si entra in una valle stretta, rocciosa e, bruscamente, si può pensare di essere in un territorio ostile. Su di un primo promontorio, una Kasbah, arroccata sul fianco della montagna, e sulla piana,  mimetizzata con la roccia, la moschea di Tinmel.  Questo sito è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO e costituisce uno dei siti più importanti della storia medioevale del Marocco. È da questa borgata berbera della valle di Neffis, sconosciuta sino alla fine del XI° secolo, che partirono i conquistatori almohadi, condotti dalla guida spirituale Mahdi Ibn Toumert prima, e in seguito dal grande conquistatore Abd Al-Moumen Ibn Ali, che formò il più grande impero del Mediterraneo occidentale, dopo quello di Roma. Il tutto durò circa 20 anni e terminò con la caduta della dinastia almoravide e la presa della loro capitale, Marrakech, nel 1147. Questa ascesa politica permise a Tinmel di affermarsi nella seconda metà del XII° secolo, come una vera capitale spirituale e centro di cultura dottrinale dell’impero. A quel punto Tinmel ebbe una crescita anche sul piano architetturale e numerosi edifici furono costruiti, tra cui la moschea. A questa si aggiunse poi la costruzione del Palazzo reale dove risiedettero i sovrani almohadi durante le loro tradizionali visite, pie e solenni, al mausoleo del venerato Mahdi Ibn Tumart. Una fervente adorazione per la città si fece largo tra le popolazioni e letterati, studenti e pellegrini accorsero in viaggi di studio o semplicemente per pregare. Bisogna precisare, a questo punto, che l’importanza di Tinmel come polo almohade non era dovuta unicamente al suo ruolo “storico” nell’emergenza del definire il nuovo Stato, ma anche per il fatto che un ruolo importante e di rilievo era sostenuto dagli sceicchi di Tinmel e della valle di Neffis, nella struttura dello Stato almohade. Dopo il declino della dinastia “degli unitari“, Tinmel tornò ad essere quello che fu prima di quel periodo storico: una semplice borgata nel mezzo dell’Alto Atlas. Soltanto le sue vestigie e i suoi monumenti ci ricordano il suo passato glorioso. Uno di questi è appunto la grande moschea di Tinmel. Questa moschea si sviluppa su di una superficie, quasi quadrata, di 48,10 mt di lunghezza per 43,60 di profondità. Si accede da sei porte laterali disposte di fronte, di cui quattro affacciate sulla sala della preghiera e due sul cortile. La sala della preghiera è distribuita su nove navate longitudinali che trovano lo sbocco su di un transetto. In questo dispositivo la navata mediana e il transetto si distinguono per una certa preponderanza visiva, data dalle loro dimensioni importanti in rapporto alle altre navate. L’articolazione tra queste due matrici, della stessa  portata, da luogo ad una proiezione planimetrica a forma di T. Questo ordine innovatore cercò di rendere percettibile l’interesse e la dignità accordati al muro della qibla che supporta il mihrab, punto focale che governa lo spazio interiore della moschea. Situata nel quadro generale dell’architettura religiosa islamica, la moschea di Tinmel costituisce con quella di Taza e le due Koutobie di Marrakech, la sintesi dell’evoluzione di un modulo planimetrico apparso in primis nell’Oriente arabo, e la sua genesi in Africa e in Andalusia. La moschea di Tinmel è visitabile tutti i giorni, al suo interno troverete Mohammed, custode/appassionato di questa luogo, che vi racconterà tutta la storia e gli sforzi che un gruppo di persone stanno sopportando per terminare i lavori di restauro (manca una parte importante del tetto) che, per mancanza di fondi ad oggi sono fermi.

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