White Christmass

Ancora una volta il partito della Lega riesce a innervosirmi. Come sempre, come da lungo tempo oramai. Dichiarazioni pseudo-hitleriane, giochini sado a mo’ di battaglie navali e molto altro. Quello che sta accadendo a Coccaglio, piccolo centro nel bresciano, mi paralizza. Operazione “White Christmass“, ossia rastrellamenti di casa in casa per verificare i permessi di soggiorno scaduti e via, un-calcio-nel-culo-fuori-dai-coglioni-prima-di-Natale. Operazione titolata con candide parole inglesi che ci ricordano la canzone di Natale delle nostre infanzie. Infanzie appunto. In quelle case presumo che ci siano delle famiglie, dei padri, delle madri, dei bambini, riuniti alla sera in umili stanze, sognando e aspettando il loro personale Babbo Natale, che gli aiuti, che gli riscatti da un mondo di miserie e di ingiustizie. I miei bisnonni coraggiosi salparono da Genova verso l’Argentina, in cerca di un futuro migliore che l’Italia non poteva offrirgli. Posseggo una fotografia che conservo come una reliquia, dove si vede, ben vestiti e pettinati, i bisnonni davanti ad un fondale incartapecorito e, con due bei abitini bianchi colmi di gale, mia nonna Maria e la sorellina neonata seduta su una specie di altarino coperto di broccato. Le loro serate a S.Fè erano simili a quelle di tante famiglie immigrate di Coccaglio, accomunate nei sentimenti, nella speranza e nell’attesa. Cerco di immaginare, come in un film, la famiglia riunita, raccolta vicino ad una stufa elettrica, ascoltare il calpestio dalla strada delle forze dell’ordine preposte, sapendo che a breve toccherà a loro. La paura che paralizza, i sogni che si frantumano sull’asfalto della strada, un fotofinish di percorsi vissuti, giorni in mare aggrappati solo alla speranza di rinascere, qualche ora felice forse, abbracciati al sorriso di piccoli Ali’, l’integrarsi quotidianamente magari comprando al mercato sotto casa, qualche sorriso estraneo di vicini che-la-lega-gli-fà-schifo. White Christmass, Bianco Natale. Vergogna! Lo urlo indignato, scandalizzato, inferocito, basito da tanta volgarità umana. Al sindaco di Coccaglio, un certo Claretti, non ho parole adatte. White Christmass, Bianco Natale. Alle persone che a Coccaglio vivono vorrei dire di ribellarsi, almeno quelle persone sane di valori e di sentimenti. Agli altri, che hanno votato un sindaco di tale fattura, vorrei dire di ripassarsi la Storia della nostra Nazione, una volta per tutte. Un bel libro di storia dell’Italia, da appoggiare sul comodino, a mo’ di Bibbia, e tutte le sere, nell’intimità della loro bella cameretta, calda e confortevole (ma certe persone non possono avere case calde, mancano i sentimenti e i soli radiatori  non possono sostituire il calore umano), leggersi qualche pagina di chi siamo stati. White Christmass, Bianco Natale. Ai parroci della misera città consiglierei per quest’anno, di non celebrare la messa di mezzanotte, tanto cara alle sue pecorelle. Cristo non se ne vorrà, lui ha predicato l’amore, il rispetto, l’accoglienza, la fratellanza, e tutti questi aggettivi, oggi, non sono presenti in quella comunità di anime nere, accomunate da ideologie fasciste e nel fanatismo politico. Un Cristo solo a Coccaglio, distrutto dal dolore, in un orto, come a Getsemani, gridando la sua disperazione, da uomo che conosceva gli uomini, nella loro nullità. Cristo in croce, per salvare e redimere noi peccatori, gridando la sua disperazione. Grida di dolore che spero tormentino le notti di Coccaglio in questo White Christmass, che non é solo bianco, è anche gelido e nero.

19 risposte a “White Christmass

  1. Caro Paolo che imbarazzo rabbia e dolore per questa triste operazione di pulizia come lo stesso sindaco l’ha definita.
    Un saluto da Brescia, con vergogna.
    roberto

  2. Hai ragione, è uno schifo. Ormai queste uscite della lega non fanno neanche più scandalo, ci stiamo abituando al peggio. Il fatto che persone che rappresentano le istituzioni come sindaci o ministri si permettano di avere idee palesemente razziste e di affermarle senza vergagna in pubblico non fa che legittimare queste idee, le sdogana, le legittima e le alimenta. Italiani brava gente? Se mai questo vecchio luogo comune ha avuto un fondo di verità, ormai credo che sia decisamente superato. L’Italia è un paese in buona parte razzista, omofobo, intollerante, ignorante, cattivo e ripiegato su se stesso. Sempre più spesso mi ritrovo ad invidiare chi ha scelto di vivere all’estero

  3. carissimo…non credo più che nel nostro paese riusciremo ancora ad alzare la testa per guardarci negli occhi…tutto fà schifo…si lotta per ogni diritto umano che non dovrebbe neanche essere discusso…si lotta per vivere ma anche per morire in modo decoroso…l’italia è vecchia e purtroppo ai vecchi non gli frega più niente di nessuno…pensano solo a pararsi il culo…gente ignorante prima come adesso,ma aggrata dall’egoismo tipico dell’età che avanza…nei loro miseri orti spargono profumi per non sentire il tanfo dei loro corpi…gente che urla invece di parlare e chi dovrebbe urlare tace per paura…una parte piccolissima di me rimpiange il tempo delle battaglie a Valle Giulia…perchè nessuno si ribella più a questo imbarbarimento sociale?? Sabato 5 io ci saro a manifestare con i giovani di internet per le dimissioni del più fetente capo di governo…spero sia l’inizio di un nuovo movimento non politicizzato che ci aiuti a risollevare lo sguardo…inshallah

  4. Io sono italiana. Felice di esserlo, nel bene e nel male. Io porto avanti meglio che posso la mia vita e la mia italianità, molti come me lo fanno ogni giorno. Non mi arrendo e non mi fermo davanti alle brutture che ci sono. Voglio essere la voce fuori dal coro e ricordare quanto di bello c’è in Italia. Tantissime persone che ogni giorno tengono alto il loro e nostro nome nel mondo.
    L’italia non è un paese cattivo e il mio sguardo è alto! C’è molto da fare ma parole così dure non credo siano del tutto corrette. Già la nostra classe politica, e i mass media utilizzano un linguaggio forte e spesso degenerano in bassi pettegolezzi, per non parlare dei reali problemi di mala-vita ad ogni livello, ma la moderazione dovrebbe essere sempre presente.
    Italiani all’estero……pochissimi sono come Paolo. La maggior parte che io ho visto non portano certo alto l’essere italiani, mi spiace dirlo, ma l’ho visto con i miei ochi in molte parti del mondo. Io ammiro ogni persona che ogni giorno fa del suo meglio per se e per gli altri.
    Io ci credo e per una volta… senza inshalla!

    • Scusa fefe, ma non sono per niente d’accordo con il tuo invito alla moderazione. Perché dovrei essere moderato di fronte a fatti tanto gravi? La moderazione la dovrebbe usare chi ci rappresenta e ci governa, invece di solleticare i più bassi istinti, le paure più irrazionali e i particolarismi più beceri. Io non voglio essere moderato, queste cose mi fanno schifo. Punto. Tu dici che l’Italia non è un paese cattivo? Io sono convinto che lo sia sempre di più. E che il razzismo sia stato ormai largamente sdoganato. Poi è ovvio che non penso che tutti gli italiani siano così, che per certi versi sono anche orgoglioso di essere italiano, che c’è il volontariato, la pizza, il sole e i mandolini. Però tu prova a farti un giro su facebook e guarda quanti gruppi apertamente fascisti e razzisti ci sono. Leggiti i commenti e fai caso a quanti giovani sono iscritti. Io non sono per niente ottimista e penso che il nostro passato, la nostra cultura millenaria, le nostre bellezze artistiche e paesaggistiche purtroppo non ci potranno salvare per sempre.

  5. Tina, ti sento bella carica…Brava!!! ti conosco un po’ e so che sei una persona con dei valori e prima di ogni altra cosa una donna che lotta contro le ingiustizie…tutto questo ti fa onore..lo sai…

  6. Grazie Paolo…sapevo che avresti capito il mio sdegno che è anche il tuo difronte ai malfattori,ai razzisti,a tutte le ingiustizie e non solo a quelle del nostro bel paese: forse l’amica Fefe non riesce a leggere in questa rabbia proprio la difesa dell’italianità…sarebbe semplicissimo non vedere,non sentire,non parlare…ma non desidero assolutamente che i miei figli e i miei nipoti “PORTINO AVANTI LE LORO VITE COME MEGLIO POSSONO”…questa si chiama RASSEGNAZIONE…ed io, come molti per fortuna,non mollo,non ci stò a sentire che chi tira i fili di questo casino è proprio chi dovrebbe difendere quella italianità di cui stiamo parlando…ha ragione Maurizio…siamo circondati dai razzisti…ma attenzione, la storia ci insegna che la corda non si pùò tirare più di tanto…rischiamo di dover attraversare tempi molto oscuri noi “italiani”.

  7. L’ignoranza e la chiusura generano mostri, il peggio è che la gente non si meraviglia più di nulla…se solo un gruppo di cittadini di quel paesello si fosse ribellato e fosse andato a prendere il sindaco a calci nel c….., ma non è successo nulla di tutto ciò, questo significa che sono tutti d’accordo? Non credo però non c’è più la forza morale di dire NO di dire BASTA! Ma ci rendiamo conto di che razza di persone becere e ignoranti ricoprono cariche istituzionali? E pensare che l’Impero Romano- che pure era un impero di conquista militare basato sulla forza e sulla violenza – 2500 anni fa aveva capito che la cosa migliore era estendere la cittadinanza e con essa condizioni di vita accettabili

  8. La discussione si fa animata..grazie al cielo!! In parte capisco Fefe e la sua estrema difesa di quella italianità che “dovremmo” esserne fieri (uso il condizionale perchè oggi come oggi mi dissocio da certi italiani, la maggioranza, felice di non rappresentarla). La cosa che più sconvolge, hai ragione Marzia, che nessuno, dico nessuno, al paesello del sindaco infame leghista ha alzato la voce, gli sguardi soltanto..niente..in nome di quella sicurezza che in Italia si continua a dimostrare cacciando i diversi da noi. Brutta storia che mi ricorda tempi bui, come scrive Tina. Per quanto riguarda il capitolo “italiani nel mondo” aperto da Fefe credo invece, che tanti di questi, la maggioranza, sono persone sane, deluse forse dalla loro terra o semplicemnte affamate di avventura. Qui a Marrakech ne conosco di italiani e non sono deliquenti ma ottime persone che lavorano, che hanno portato conoscenze, che danno lavoro e un po’ di benessere a tante famiglie marocchine, rispettose delle diversità altrui. E’ agghiacciante per me pensare se qui fossi trattato come un marocchino in Italia..agghiacciante…Maurizio ha pienamente ragione nel dire che l’Italia è sempre più razzista, omofoba, intollerante e cattiva. I fatti ne sono la riprova, eclatanti ed evidenti.

  9. Non travisate quello che volevo dire perchè condivido la rabia e lo sdegno per qualcosa che non rappresenta certo almeno noi che scriviamo qui, ma non vorrò mai usare gli stessi toni che non mi piacciono. Per italianità non mi riferisco certo alla pizza, al mandolino, all’arte ecc ecc c’è molto di più, io lo vedo e come me molti altri. Vedo anche il brutto, vivo qui! Ma non mi rassegno, non perderò mai la possibilità di contrapporre il buono al cattivo. C’è moltissimo da fare e una delle cose importanti è anche essere ottimisti perchè pensieri e azioni positive sono e devono essere contagiose molto più della dura e rabbiosa critica, che pur ha ragione di essere.
    La vostra rabbia è anche la mia semplicemente la dichiaro in altro modo.
    La moderazione che tiro in causa non intende certo essere moderazione davanti a fatti così vergognosi, non pensatelo.

    Paolo un saluto di cuore, è tantissimo che non scrivo. Mi sono allontanata un po’ per lasciare che fosse solo il Marocco a mancarmi (e il tuo blog….certo!)

  10. L’Italia non fa schifo. E non fanno schifo gli italiani, la maggior parte fa ancora parte di quell’esercito di gente solidale, generosa e onesta che però, purtroppo, non fa notizia, non fa scalpore per cui nessuno ne parla … semplicemente è demoralizzata e inconsapevole del proprio valore ma ogni giorno che passa fa del bene, cresce i propri figli e lavora onestamente, accettando le diversità che inevitabilmente incontra sul proprio cammino come un dono e non come un ostacolo. I titoli dei giornali ormai non significano nulla, c’e’ molta più gente integrata di quanto il nostro ‘caro’ governo non voglia farci credere attraverso i suoi organi di stampa. L’integrazione è un processo inarrestabile, la serenità della gente comune, quella che non si sbraccia, alla fine avrà la meglio. Io ne sono convinto.

  11. sono sposata con un uomo di colore e quindi vivo
    tra due culture,nn facile ma sicuramente istruttivo.
    ti mette in quella posizione si di mediazione(nn si può farne a meno..sarebbe la catastrofe)ma mediazione nn vuol dire rinuncia alla propria cultura,vuol dire apertura verso il prossimo anche
    se molto diverso da noi.Io sono ancora fiera di essere italiana e nn per patriotismo ma perchè
    è il paese che amo e che molti ci invidiano(lasciando perdere le questioni politiche..)e nn permetterò a pochi deficenti di ridurlo in un luogo di cui vergognarsi,anzi lotterò per difenderlo
    da certi individui,nella speranza che diventi
    il paese dell’ospitalità,delle aperture per un futuro
    migliore!Idealista?forse,ma solo nn abbassando
    mai la guardia e lasciare che pochi individui prendano il sopravvento,che possiamo arginare
    il problema.
    Se mai deciderò di andare via dal mio paese,sarà
    una scelta libera,determinata solo dal fatto di VOLER provare a vivere altrove,per mia conoscienza,per mia esperienza personale di arrichimento culturale ecc. e nn perchè vengo costretta,ripeto,da qualche deficiente!

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