Si chiamano Marco, Zacaria, Joshua, Nelly, Tony, Isabella…e si incontrano sempre più spesso sulle strade marocchine, nei loro camions/caravans di ogni tipo, immatricolati in Europa e adattati per viverci, belli o trash, a seconda dei mezzi economici a disposizione. Ma chi sono questi nuovi nomadi con tende d’acciaio e pneumatici? Il gipsy roads sta prendendo sempre più piede come nuova filosia di vita, alternativa, bohemienne, ecologica e smart. La maggioranza di questi viaggiatori-nomadi sono persone tra i 20 e i 50 anni, provengono da ogni paese dell’Europa, ma principalmente dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Germania. Hanno scelto una vita diversa, una vita fatta di libertà, una vita nomade. Quando un angolo, un panorama, un ritaglio di spazio, piace, si fermano per un pò di tempo; un ora, un pomeriggio, qualche giorno, forse per mesi. Viaggiano spesso in convogli per condividere i più spettacolari panorami che si susseguono nei loro spostamenti con gli amici. Ma cosa fanno in Marocco? Fuggono dal freddo e dalla pioggia, scendono nel sud per trovare un sole immenso, una vita meno dispendiosa che in Europa e una libertà perduta oramai nel vecchio continente. Le autorità europee non permettono campeggi ovunque, e si è obbligati a parcheggiare nei campings attrezzati per mobilhomes; ci si sente sorvegliati, malvisti a volte, e le quote giornaliere sono realmente care. In Marocco, è tutto il contrario! I nomadi del terzo millennio sono accolti nelle regioni rurali, la popolazione li apprezza e possono campeggiare ovunque. Il Marocco, per questi spiriti liberi, è il paese della libertà. Qui ci sono ancora i veri nomadi, è un modello di vita che è ammesso dalla società, uno stile di vita che non soprende e che non fa paura. Quindi i nuovi nomadi si sentono a casa, con un cielo come tetto, e una duna sull’oceano come finestra sul mondo. Zacaria è un fotografo norvegese free lance; è più di trenta anni che girovaga nel mondo con la sua inseparabile macchina fotografica. Negli anni ’90 ha percorso le strade verso la Cina, in America Latina e in Alaska. Per definizione, il suo lavoro e la sua vita sono sempre in parallelo con il viaggio. E chi dice viaggio (non vacanza) dice nomadismo. Il fotografo ha scoperto l’affascinante mondo dei trucks e la sua avventura ora è l’Africa, per reportage mozzafiato, collaborando a volte con differenti riviste. Il suo universo fotografico è vasto, ma oggi si concentra sugli incontri con le persone. Ama fotografare la vita quotidiana nei luoghi più sperduti. Ogni tanto, quando le casse sono vuote, si produce in piccoli lavori, come la raccolta della frutta, per mantenersi dignitosamente e rimanere un nomade tout court. Il fatto di vivere in un camion permette di essere mobile e di spostarsi dove ci sono degli avvenimenti che interessano, cosa che in una casa stabile è impossibile. Pagare un affitto, spese correnti come la bolletta dell’acqua e dell’elettricità, è fuori dalla visione nomade.
In questi anni qui in Marocco ne ho conosciuti alcuni; sono i nuovi nomadi del III° Millenio. Si è liberi, si vive di poche cose, si fanno incontri sempre nuovi e ci si reca dove la voglia e l’entusiamo ti portano, questa la filosia nomade. Quando un luogo non piace ci si sposta e si scoprono altre culture, si condividono altre esperienze e si entra, quasi senza accorgersene, nel mondo della solidarietà. Quando si decide di partire verso paesi lontani, i camions sono quasi sempre stipati di abiti, di biciclette, di forniture scolastiche, che verranno distribuiti on the road, in cambio di un tajine, di un fumante cous cous e, cosa più importante, di amicizie sincere con famiglie che si incontrano sul cammino. E ci si spinge sempre più a sud, nel Sahara, in Mauritania, in Senegal, in Mali, nel Burkina Faso. Da non dimenticare che i viaggiatori in camions rappresentano una certa economia, certo non come il turismo di massa, ma in generale dispensano moneta corrente nei luoghi di commercio e tra gli artigiani. E poi ci sono i meccanici, i carrozzieri, i gommisti, che sono sempre presenti nelle strade di percorrenza verso l’Africa centrale. Dietro la loro apparenza beat e chip, i nuovi nomadi sono promotori di tendenze fashion etno-eclettiche e sono costantemente monitorati dai fashion-victim. Nei loro camions, con decorazioni a volte discutibili ma sempre originali, si nascondono delle persone sempre con i loro cani al seguito, rispettose della natura e dei luoghi che visitano, eco-friendly dunque. Vivono vicino alle popolazioni, frequentano gli hammam del posto, il bar del villaggio, cercando di comprendere la cultura delle persone che incontrano. A volte sono le stesse Autorità che segnalano ai viaggiatori- nomadi la zona dove accamparsi, per passare una notte in luoghi sicuri, e le consegne sono sempre rispettate, tenendo conto che tutte queste segnalazioni sono per il loro bene. Joshua, 22 anni, di Londra, si è installato per diverse settimane in un quartiere di Tarroudane, davanti alla casa del meccanico che stava riparando il suo camion in panne. Le riparazioni sono state lunghe e laboriose e Joshua si è visto costretto a condividere le sue giornate con i residenti. L’ultimo venerdì, prima della sua partenza, è stato invitato a mangiare in tre case differenti il cous cous. Poi è ripartito, verso l’ovest della Spagna, per la raccolta degli asparagi, con in testa il solo pensiero di ritornare velocemente in Marocco. I suo amici, Tony, Nelly, Elisabetta, sono scesi verso Tafraoute, per visitare Ourzazate, arrivando a Zagora giusto in tempo per un Festival di musica etnica. Infine, nuovamente verso il nord, inventandosi nuovi lavori, per racimolare i soldi sufficienti per ripartire ancora una volta verso la libertà, che si chiama Marocco.
Quando li incontro provo sempre un po’ d’invidia, per la loro libertà e soprattutto per la loro mancanza di necessità materiali…J’adore les Gipsy!!!
A chi lo dici Piperita!! 🙂 Vengo matto…probabilmente il mio è anche un problema di età…. 🙂
Eccomi di nuovo “qui”…ancora un “segno” che mi arriva dalla stessa fonte! Mi sembra INCREDIBILE…sono giorni (dopo mesi e anni!) che il mio Pensiero è tornato esattamente qui…alla Vita Nomade! Il mio Camper di 30 anni (!) accudito e coccolato con costante il Pensiero di arrivarci un giorno in Marocco! E rimanere, in viaggio continuo alla ricerca di quello Spirito esistenziale che così bene hai descritto nell’articolo. Qualsiasi informazione (link) tu avessi, sull’argomento, ti sarò grato se vorrai condividerlo. A presto, l’omonimo di nome e di segno, Paolo ;))
Ciao omonimo di nome e di segno…il Mektoub è cosi’….io le chiamo lunghezze d’onda, energie…. rispolvera il camper e vai…. 🙂
Uhm … ho i miei dubbi che si possa vivere di espedienti e mantenere un veicolo, purtroppo a tutti piacerebbe girare senza sosta ma i soldi servono anche se si gira con i voli a basso costo, sinceramente ho viaggiato tanto in vita mia ma l’imprevisto c’è sempre e i soldi servono, mi piacerebbe sapere come fanno a girare senza avere un lavoro etc…a parte le raccolte degli asparagi, i costi fissi di casa non ci sono ma quando sei in giro devi provvedere a comprare quello che ti serve al momento…non è che ci sono i genitori che mandano qualche soldino?
P.S. Vi prego non ditemi che i soldi non servono per vivere ormai sono abbastanza matura per capire che senza quelli non vai da nessuna parte
Io invece Bea credo sia fattible..immagina una bella stagione di raccolta, asparagi, poi la frutta ecc…un bel gruzzoletto…se ci si accontenta del minimo indispensabile il gioco e fatto..poi se si condivide con altri amici lo stesso percorso spese dimezzate….si si..credo sia fattibile..con la spregiudicatezza e la pazzia dei 20 anni….esperienze di vita che valgono centinaia di libri…..continuo ad invidiarli anche se a gennaio il mio percorso in Mauritania e Mali è stato simile…pero’ fatto con un altra testa….quella di un over 40… 🙂
ciao Paolo nomadi si à nell’animo e l’età non ha importanza…e poi tu sei in gran forma!!buon viaggio
un abbraccio
Grazie Ale…mi incoraggi… 🙂
Sono eccezionali! In questo momento sto provando molta invidia nei loro confronti.. Proprio tanta! Ho 21 anni e non sapete quante volte abbia pensato di fare una cosa del genere.. solo che con i genitori come si fa?
Fallo!!! Segui il tuo cuore Linda…non avere rimpianti… ciao…