Io sono succube della loro musica. Mi incanta. Tre fratelli, musicisti, di origine palestinese (sono nati a Nazareth, in Galilea), di nazionalità israeliana e di confessione cristiana. Per conoscere l’origine di questo trio bisogna tornare indietro di circa 10 anni. Samir, l’anima del gruppo, inizia la sua carriera in solitaria e incide due album, Taqaseem (1996) e Souf’fahm (2001). L’album successivo Tamaas vede l’arrivo di suo fratello Wissam (Wissam è il primo liutaio del mondo arabo diplomato all’Istituto Stradivari di Cremona) e nel 2005 l’album Randana vede il trio Joubran al completo. Adnan, il più giovane dei fratelli è animato per formare il primo e unico trio di Ouds (liuto orientale) conosciuto ad oggi. La loro musica è formata da improvvisazioni che piangono emozioni e raccontano la Palestina. I tre giovani esprimono armonia, profondità al limite della spiritualità che è in ognuno di noi. E poi estasi, dolcezza, disperazione e sopraffazione. Sul palco i loro sguardi si incrociano, i loro strumenti comunicano e trasmettono quello che la parola non sa dire. Il repertorio è composto da creazioni personali e da magnifiche improvvisazioni tratte dalla conoscenza della cultura dei maqams tradizionali con sottili riletture, innesti di flamenco e di musica turca; sonorità antiche. Ascoltando il Trio Joubran interpretare i loro suoni così precisi, sottili, tristi e passionali pensi che il temporale sta per arrivare, che la Terra è fragile, che le corde dei loro Ouds sono segnate da ferite profonde mai rimarginate. Certi silenzi diventano strazianti e vedi le lacrime scorrere sui loro volti quando suonano della loro martoriata Terra Santa. Il loro album, più importante, Majâz, significa Metafore. Forse perchè come la loro musica rappresenta quello che non si può descrivere. Forse perchè è giunto il momento di andare un poco più a fondo in noi stessi e non ascoltare lo schiamazzo che viene da fuori, sempre più delirante e vano. Nell’album Majâz i tre oudisti volano su un tappeto di percussioni che tesse loro Yousef Hbeisch, new entry magica, intrigante e appassionante. Il loro ultimo album e spettacolo, “A l’Ombre des Mots” (All’ombra delle parole), è un omaggio al grande poeta palestinese scomparso Mahmoud Darwich, che ha collaborato per dieci anni con il Trio Joubran. “A l’Ombre des Mots” è stato presentato nel febbraio 2009, in anteprima, al Parlamento Europeo a Strasburgo.
Caro Paolo, questa musica è davvero affascinante, ti prende l’anima…… ti fa sognare!!!
non vedo l’ora di poterla .
Ciao
Ciao Giuliana…sono contento che ti piaccia…sono splendidi…davvero..; ho avuto il piacere di ascoltarli dal vivo l’anno scorso…pelle d’oca…. 🙂
Stupenda la musica e stupendo pure il commento che hai scritto tu Paolo !
Grazie infinite per questa bella sorpresa serale
Ciao Clementine, bella davvero….sono letteralmente affascinato da questi tre fratelli…sono splendidi…la loro musica mi travolge….e mi fa scrivere…. 🙂 a dirla tutta mi commuove e se sono in uno stato d’animo particolare (succede..succede..) mi scappa pure la lacrima…haaaaaa…invecchio!
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