Quest’anno, il Ramadan è iniziato nella seconda settimana di agosto e si è entrati in un ciclo che porterà per altri 5 anni il mese sacro in un periodo dell’anno molto caldo. Una domanda sorge spontanea in questo momento dell’anno: il Ramadan è il calo di produttività sul lavoro sono strettamente correlati? La risposta è si. E con il calore estivo questo fenomeno rischia di accentuarsi. Ma attenzione, non è il digiuno ( o lo è in parte) causa di questa defaillance ma piuttosto le pessime abitudini alimentari, la mancanza di riposo a cui si aggiunge un lassismo generalizzato che è diventato quasi una tendenza. “Il mese del Ramadan provoca un cambiamento brutale delle nostre abitudini, in primis questo cambiamento tocca la nostra vita personale e professionale“, spiega il Dott. Farouk Dadi, medico specialista in medicina del lavoro. Le aziende si sincronizzano con il Ramadan e passano all’orario continuato, dalle 09.00 alle 15.00, e malgrado cio’ il mese sacro islamico rimane il mese dove l’assenteismo e i congedi per malattia stabiliscono dei record negativi. E’ un periodo che gli stessi dipendenti definiscono laconicamente come un momento di forte degrado dell’ambiente lavorativo. Moltissime persone si nascondono dietro al digiuno per giustificare la loro mancanza di disciplina, i ritardi e le assenze ripetute, sottolinea Mohammed Benouarrek, dirigente di una importante multinazionale con sede a Casablanca. Con il calore di questo mese ovviamente tutti questi comportamenti sono accentuati ma, fortunatamente, non sono nè una regola nè una fatalità. I consigli si sprecano su come affrontare questo mese ed essere performanti ed efficaci; motivazione psicologica, seguita a ruota da una disciplina ferrea, alimentazione sana e equilibrata, sonni ripatori e un efficace idratazione durante le ore di rottura del digiuno.