Sulle prime pagine dei quotidiani marocchini tiene banco la vicenda di un gruppo di cristiani evangelisti che sono stati espulsi con l’accusa di proselitismo. Dietro il paravento ( secondo l’accusa) di un ONG internazionale il gruppo gestiva un orfanotrofio insegnando ai bambini la religione cristiana durante le ore di apprendimento. Oltre agli occidentali erano presenti alcuni dipendenti marocchini che sono stati arrestati e denunciati per apostasia. Sull’argomento vi propongo l’articolo apparso sul quotidiano Aujourd’hui le Maroc a firma del bravo Rachid Benzine, che riassume sicuramente il pensiero di una fascia di marocchini liberali e tolleranti. Analisi dettagliata e acuta che ovviamente si scontra contro una larga parte del Paese, direi la maggioranza.
Il Marocco e l’Algeria, checchè se ne dica, hanno almeno un punto in comune: i due Paesi si sentono minacciati dai gruppi evangelici che tentano di deviare la popolazione dell’Islam verso il Cristianesimo. Da qualche anno i governatori delle due Nazioni stanno espellendo regolarmente stranieri accusati di proselitismo. Ultimo affaire in Marocco: l’espulsione di una quindicina di persone, tra cui alcuni olandesi e inglesi, che si occupavano da oltre dieci anni di un orfanotrofio situato in un villaggio del Medio Atlas. Questa politica repressiva porta alla condanna sempre più ferma di alcuni Paesi molto vicini al Marocco, come gli Stati Uniti. E cosi’ ci accusano di intolleranza, di non rispetto dei Diritti dell’Uomo, di attentato alla libertà di culto e di apostasia. Cosa direbbero i musulmani dei nostri Paesi, del Maghreb, se chiedessimo loro se i Paesi europei o gli Stati Uniti iniziassero ad espellere gli attivisti musulmani accusandoli semplicemente di fare proselitismo? Non urlerebbero all’islamofobia? Per cercare di fare fronte a queste accuse, il governo algerino ha organizzato lo scorso febbraio, una conferenza sulla libertà di culto che realmente non ha convinto i patners cristiani presenti alla discussione. In Marocco, il governo ha sollecitato, in questi ultimi giorni, il sostegno dell’arcivescovo di Rabat, del presidente della Chiesa evangelica del Marocco, e dei rappresentanti della comunità ebrea alfine di condannare pubblicamente il proselitismo. Ma cosa è il proselitismo? L’Islam e il Cristianesimo, religioni che pretendono entrambe la Verità, possono fare meno del proselitismo?, ossia di rinunciare alle iniziative missionarie volte a portare nuovi fedeli alla loro verità? Certo è che i Paesi che si definiscono come musulmani, non hanno la stessa concenzione della libertà di culto dei Paesi occidentali dove gli Stati, in maggioranza, sono oramai neutri sul piano religioso e non favoriscono alcun culto in particolare. Per gli Stati musulmani le minorità religiose presenti da molto tempo hanno generalmente diritto ad esercitare la loro religione a condizione che la stessa non cerchi di fare nuovi adepti. Sono tolleranti a condizione che non cerchino di ingrandirsi. Il risultato è probante: in tutti i Paesi del Medio Oriente (paesi arabi e Turchia) dove il cristianesimo esiste da oltre 20 secoli, il numero dei cristiani non cessa di diminuire. Marocco e Algeria sono disposti al passaggio massivo dei loro popoli al cristianesimo? E’ poco probabile. Ma la questione della libertà di culto e della libertà di coscienza meriterebbe di essere collettivamente dibattuta. Le “regole del gioco” tra cristiani e musulmani (in particolare) hanno certamente bisogno di essere definite in modo chiaro e coerente.
Rachid Benzine – Aujourd’hui le Maroc