Marlene Dietrich Morocco (1930)

Ho rivisto, con piacere, il film Morocco del regista Josef von Sternberg (1930), con Gary Cooper, Marlene Dietrich e Adolphe Menjou. E’ uno dei sei films Paramount della coppia Sternberg-Dietrich ed è anche il solo dove il mito Marlene è confrontato con un altro mito divistico, quello di uomo fatale concupito da tutte e inafferrabile, Gary Cooper. Amy Jolly (Marlene Dietrich) è una cantante di cabaret a Mogador, nel Marocco spagnolo, dove incontra il fascinoso legionario Tom Brown e se ne innamora. Ma nella storia è presente anche un ricco pittore dilettante, La Bessière, follemente innamorato della cantante. Un susseguirsi di situazioni con una Marlene Dietrich mai cosi’ bella e un Gary Cooper che non finisce mai di rasarsi e depilarsi, offrendo allo spettatore una tipologia di maschio bello e maledetto.  Memorabile (in anticipo sui tempi) il bacio pudico e sensuale che scambia  Marlene Dietrich con una donna all’interno del cabaret; seducente, liberatorio, di una assoluta modernità e alieno da qualsiasi colpevolezza. Marlene Dietrich è il trionfo dei sensi e figura trionfante di un cinema di desiderio senza confini. Non c’è molto altro da dire su questo film salvo l’ incantevole scena finale che mostra Amy Jolly sottomessa,  a piedi nudi su di una tavola rovente di sabbia luminosa, davanti al suo uomo, in un crescendo di rulli di tamburo senza altra musica. Che finale!

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