“The man who sold the world“, il secondo lungometraggio dei fratelli Noury è uscito nelle sale marocchine in questi giorni, suscitando tutte le reazioni possibili e inimmaginabili, dopo la premièr al Festival Internazionale del Film di Marrakech. Da un lato molti spettatori hanno amato la sua originalità, la sua differenza in rapporto a quello che si produce in Marocco, definendo questo film una sorta di “rivoluzione del cinema marocchino“, tecnicamente e esteticamente. Dall’altro lato ci sono delle reazioni incomprensibili e tanta confusione in relazione alla tematica del film: la fortuna. Un soggetto esistenziale e filosofico che i fratelli Noury hanno trattato restando in parte fedeli al romanzo di Fedor Dostoïevsky, “Un cuore debole“, del 1848, opera complessa e articolata. Imad e Swel Noury hanno voluto pero’ spogliare la storia del film da tutte le referenze temporali, spaziali, culturali e religiose.
I detrattori del film, in primis il Partito Islamista della Giustizia e dello Sviluppo (PJD) hanno chiesto l’interdizione dalle sale, indirizzando una lettera al primo Ministro Abbas El Fassi il 10 dicembre scorso, firmata da Abdelilah Nenkirane, segretario generale del partito. La domanda espressa nella lettera è quella di “aprire un inchiesta sul film che ha osato trattare di Dio“. Secondo Swel Noury, in una dichiarazione, si tratta di una “cattiva lettura del film, non ho voluto attentare alla morale, nè alla religione“. “The man who sold the world” è stato visionato dalla commissione del CCM che non ha rilevato alcunchè. Il film ha partecipato senza problemi al Festival del Film di Dubai, paese molto moralista e religioso, senza creare nessun problema ai registi. La lettera del PJD inviata al primo Ministro prosegue aggiungendo che “questo film contiene delle scene che portano attentato alla morale e alla sacralità, in quanto uno degli attori ribadisce che Allah è troppo occupato nel suo isolamento per rispondere alle implorazioni“.
“Non capisco come certe persone cerchino dei pretesti laddove questi pretesti non esistono. La storia del film si sviluppa in una società immaginaria cosi’ come l’epoca del suo svolgimento e nessun commento è stato fatto sulla religione” ha spiegato Swel Noury e ancora: “le reazioni negative delle persone che non hanno visto questo film non mi interessano. Prima devono vedere il film e poi parlare con cognizione di causa“. Ricordo che “The man who sold the world” ha partecipato al Festival del Cinema di Marrakech, riscuotendo un grande successo, premiando come miglior attore arabo Saïd Bey, uno degli interpreti della contestata opera seconda dei fratelli Noury.
THE MAN WHO SOLD THE WORLD!!!!!!
lo so che non centra nulla PAOLO ma permettimi di elogiare un grande album di un ancor piu grande artista DAWID BOWIE.grazie al DUCA BIANCO.
Hai ragione..grande album del Duca Bianco…..