Amine, io non so più cosa ti passa per la testa. E non ti comprendo più. Tanto oggi come ieri. Come se guardassi il mondo dall’alto di una montagna. Quello che ti succede non è una novità, e non lo sarà mai. Tu non sei il solo. Tu non sei solo. Guardati intorno, tutti questi muri bianchi senza vita, tutta questa gente che cammina senza un destino, tutte queste città che non hai ancora visto e tutto il tempo che ti resta qui (…). Se non ci si accontenta di quello che si ha, si spera ogni giorno di guardare dall’altro lato, l’altra riva. Fare questo è un grande buco, molto profondo, molto pericoloso, oscuro. Ma non dimenticarti che le cose migliori sono quelle più profonde, nel più profondo di noi, quelle che nessuno ha ancora toccato. Prova a “fare” piuttosto di “voler fare“. Non è mai facile, lo so, ma so anche che le cose facili se ne vanno altrettanto facilmente. Tu lo sai che l’Europa non è il Paradiso. Tu dici che è bella. E’ bella perchè tu l’hai vista nei films, letta nelle informazioni…Tutte le sere, quando ti corichi, tu preghi, immaginando come puo’ essere la vita laggiù. L’Europa è bella perchè la tua vicina, M’Barka, parla con tua madre dicendo che là c’é suo figlio, che vive con una bella bionda. E’ bella perchè tutte le estati tu vedi certe vetture parcheggiate sulla spiaggia con la targa “E”, “IT”,”F” o “NL”, e vedi i loro conduttori felici, frementi, nel momento che acquistano le più belle scarpe da Abd’Ali, il commerciante a lato.Tu hai capito che l’amore non si trova solo con le belle bionde, si trova anche con le vecchie russe, no? Se vuoi sposarti facilmente la cosa migliore è quella di trovare una donna iscritta a qualche Associazione come gli Alcolisti Anonimi, dove molte di queste donne non sanno sempre che hanno oltrepassato da anni la menopausa. Tutto questo tu l’hai visto, tutti questi giovani appena ventenni che stanno con quelle vecchie russe tutte agghindate in nero, per nascondere il loro sovrappeso, e stracariche di gioielli in oro. Tu hai visto anche quelle giovani ragazze molto belle, che si accompagnano con vecchi europei dalle pancie rindondanti. Tu conosci bene quei ragazzi perchè tu sogni di essere come loro: poter stare con una donna che assomiglia a tua nonna. (…). Questa voglia d lasciare il Marocco ti distrugge. Ti uccide, e poco a poco ti farà invecchiare, senza che tu te ne renda conto.
Tu non riesci sempre a capire che la vita non è bella lontano, non è bella da nessuna parte. La vita puo’ essere ancora meno bella dove tu non sei cresciuto, dove tu non hai giocato alle biglie con tutti i bambini del quartiere, dove tu non hai fumato la tua prima sigaretta (…). Io lo so che tu detesti il Marocco. Perchè non ti ha regalato niente. Per causa sua tu sei disoccupato. Per causa sua non hai preso il diploma. Il tuo vicino ha avuto il suo diploma in letteratura araba e non lavora sempre. Tu detesti il Marocco perchè non ti ha dato la felicità che meriti (…). Il Marocco non ti ha regalato niente. Nè la felicità nè i 50.000 dh per poter avere un contratto di lavoro in Spagna. Tangeri è stata, anche lei, avara, indegna, rifiutando di procurarti un barcone. Tu hai fatto le cose secondo il tuo punto di vista. Tu mi hai fatto capire, una volta di più, che della vita tu non hai compreso niente pertanto tu devi essere il solo a comprendere tutto questo: che la tua forza sta nel palmo delle tue mani, che l’eternità si trova in un ora del tempo, che la vita si presenta con tutto il suo cuore e che l’amore è quello che tu doni e non solamente quello che ricevi e che la felicità è quello che tu decidi e non quello che ti propongono (…). Si dice sempre che non è mai troppo tardi. Ma in questo caso? L’Islam è chiaro su questo: nessun funerale per colui che si suicida. Ti starai chiedendo perchè ti ho scritto questa lettera. E’ troppo tardi? Non é per il piacere di farti capire cosa é la felicità…Tu non hai voluto vederla davanti a te, di viverla. Tu hai distrutto tutto. Tutto…Tutto… Con quella corda, nei giardini pubblici…Si dice che il destino decide della nostra morte. E’ stato il tuo caso, con te? Io prego e spero che sia stato il caso…Questo potrà darmi una ragione. Per me. Alla tua povera vecchia madre con i suoi occhi che si sono spenti il giorno che tu ti spegnesti. Una ragione, per dire, per dirmi, che tu non sei un codardo.. Allah ha scelto questa fine per te. Sarà vero? Lo spero. Vorrei che tu sapessi un ultima cosa: la morte non è che l’inizio di una nuova vita. Prima di fare un altro passo laggiù, nell’altro mondo, porta questa lettera con te. E smettila di cercare la felicità. Perchè quella non esiste qui..e da nessuna altra parte lontano. A te, sempre. Nella vita e nella morte.
Hicham Tahir – Kénitra, il 1° gennaio 2009
La lettera, di cui ho tradotto uno stralcio, è apparsa nella raccolta “Lettere a un giovane marocchino”, curata da Abdellah Taïa, scrittore marocchino tradotto in numerosi Paesi (vedi anche alla Cat. Libri), edita da Seuil. Partecipano a questa raccolta autori come Tahar Ben Jelloun, Faouzi Bensaïdi, Rachid O., Mounir Fatmi e lo stesso Abdellah Taïa.
Lo stralcio che hai proposto ha un impatto psicologico molto forte, lasciando una sensazione dolce-amara di tristezza davanti alle frontiere che non si possono attraversare, davanti a un futuro che appare inesistente per il semplice fatto di non essere nato “nella parte bella del mondo” quella dove tutti sono felici e sereni…
Non posso fare a meno di riflettere su me stessa, io che da questa “parte bella di mondo” me ne voglio andare perchè ci vivo male, perchè non ne condivido i valori e perché sta conquistando tutto il mondo attraverso il suo aspetto invitante e gentile e allo stesso tempo chimerico, imponendo il proprio stile di vita creando squilibrio, senso di impotenza e desiderio di riscossa in milioni di giovani nati altrove che nel trasferimento in occidente vedono davvero l’unica possibilità per elevarsi socialmente o semplicemente per trovare un lavoro. Per questi giovani e per le loro famiglie il viaggio verso l’Europa diventa il viaggio della vita, della speranza in un’esistenza migliore; alcuni con sacrifici immani arrivano, altri rimangono bloccati nelle frontiere invalicabili che non possono attraversare lasciando intatti i loro sogni in un paese natale che hanno deciso non essere più il loro.
A riguardo di questo argomento propongo tre libri splendidi: Bilal di F. Gatti; Abbracciando l’infedele, storie di Musulmani migranti verso Occidente di Behzad Yaghmaian, A occhi bassi di T. Ben Jelloun (la storia di una pastorella berbera dell’alto Atlante trasferita in Francia con tutte le complicanze dello scontro tra le due culture).
Un saluto;
Valentina
Grazie per aver tradotto e condiviso questa lettera commovente.
Davvero fa riflettere anche sulla situazione di noi che viviamo l’Europa ogni giorno.
Amare significa dare, non solo ricevere. Quant’è vero…e quant’è difficile. Per tutti, da entrambe le rive del Mediterraneo.
Buona giornata,
Aurora
Grazie Valentina e Aurora….tutto questo si chiama condivisione….da una riva all’altra del Mediterraneo……
Questa lettera fa riflettere…a volte il vero coraggio è nel restare e non nel partire e mi fa venire in mente la risposta di Socrate ad una persona che si lamentava dell’inutilità dei viaggi …”Perché ti meravigli che non ti giovino i viaggi? Tu porti in ogni luogo te stesso; t’incalza cioè sempre lo stesso male che t’ha spinto fuori. Che giovamento può darti la varietà dei paesaggi o la conoscenza di città e luoghi nuovi? Tale sballottamento non serve a nulla. Chiedi perché tu non trovi sollievo nella fuga? Perché tu fuggi sempre in compagnia di te stesso. Nessun luogo ti piacerà finché non avrai abbandonato il peso che hai nell’animo … Ma quando tu riuscissi ad estirpare codesto male, ogni cambiamento di luogo ti sarà piacevole. Potrai anche essere cacciato nelle terre più lontane e più barbare: ogni luogo, qualunque esso sia, sarà per te ospitale. L’importante è sapere con quale spirito arrivi, non dove arrivi; perciò non dobbiamo legare l’animo a nessun luogo … Ora tu non viaggi, ma vai errando e sei spinto a passare da un luogo a un altro, mentre quello che cerchi, la felicità, si trova in ogni luogo”.
Ovviamente la seconda parte del discorso è la risposta di Seneca a Lucilio 😉
E’ davvero triste che la nostra società occidentale sia presa ad esempio dalla parte meno fortunata del mondo ! Una società nella quale si assiste ad una lenta ma progressiva perdita di valori, una società che sempre meno accoglie il bisognoso perché non vuole rinunciare alle proprie agiatezze e condividere con questi la fortuna che non ci siamo guadagnato ! era questa la felicità cui aspirava Amine ? Porti con sé questa mia povera riflessione !!!
Un saluto
Francesco
dice un’aforisma indiano ” SEI FIN QUI’ GIUNTO PER CAPIRE CHE QUELLO CHE CERCHI E’GIA’DENTRO DI TE…” parole sulle quali riflettere per tutta la vita…ciao gradeuomo…ti abbraccio
Salam Paolo!
Ti scrivo qui perchè è il tuo più recente articolo. Spero che tu stia meglio e che ti sia ristabilito.
Tocco il cielo con un dito perché un paio di giorni fa ho prenotato il volo per Marrakech…Partenza per il 9 dicembre; ahimé non ho avuto ancora la possibilità di poter parlare al console, mi auguro di tutto cuore che il consolato marocchino possa indirizzarmi.
Io sento che casa mia è la in Marocco, sento che questa terra mi scorre nel sangue, odo il suo richiamo impetuoso e grazie a Dio a breve sarò a Marrakech sperando di restarci.
Se sei d’accordo verrò a trovarti al tuo riad perché mi farebbe piacere scambiare due parole con te.
Beslama;
Valentina