In risposta…

In risposta alla lettera pubblicata dallo scrittore Abdellah Taïa sul settimanale Tel Quel n.367, di cui ho riportato alcuni passaggi in un post precedente, vi propongo la risposta del giovane scrittore e ricercatore marocchino Rachide Benzine (I nuovi pensieri dell’Islam – Ed.Albin Michel, 2004).

rachidbenzine-fullCaro Abdel Taïa,

in primis permettimi di tutelarti: questo farà si che la mia lettera assuma una dimensione fraterna, che corrisponde alllo stato del mio spirito nei tuoi riguardi. Perchè ti scrivo? Hai pubblicato una lunga e bella lettera a tua madre, che chiami gioiosamente M’Barka, dove gli domandi di accettarti per quello che sei, in particolare per il tuo orientamento affettivo e sessuale che è in te. Io non posso sostituirmi a tua madre per rispondere a quello che hai scritto con il tuo cuore, la tua intelligenza. Ma scrivendo tutte quelle parole intime in uno spazio pubblico, per contribuire al dibattito sull’omosessualità e, più in generale, sulle libertà individuali e pubbliche del nostro Paese, ci hai forzatamente interpellati tutti quanti.

Questioni individuali, dibattito per tutti. Io non condivido il tuo orientamento, ma mi sento vicino a te per altre ragioni, ad iniziare dall’amore che nutriamo per il nostro Paese, anche se la severità accompagna sovente le nostre tenerezze nei riguardi dei marocchini. La “questione omosessuale“, ad ogni buon conto, non può lasciare indifferenti nessuno. Quale padre, quale madre che vivono in una cultura tradizionalista, dove l’omosessualità è tabù, può accettare che uno dei suoi figli, uomo o donna, possa essere omosessuale? Quale donna, quale uomo, nella nostra cultura, può accettare senza tremare che uno dei suoi fratelli o sorelle, ha in seno questa tendenza psicologica, affettiva, intellettuale?. L’omosessualità non è (soltanto) gli altri. Dopo averti letto sulle colonne di TelQuel voglio farti sapere quanto ti rispetto per il tuo coraggio. Nel nostro Paese l’omosessualità e considerata come un comportamento condannabile, anche se questo orientamento della sessualità umana è molto presente. Ti esponi apertamente come omosessuale in un paese musulmano, come hai fatto a più riprese, proponendo dibattiti fecondi, alle volte storici, etici, scientifici e culturali, sulla nostra società condizionata da una politica tradizionalista. Certo, molte persone in Marocco ti rispettano come me. Da parte degli omosessuali del nostro Paese che sono condannati, tu hai di diritto la loro immensa gratitudine. Lo sappiamo bene tutti quanti: non possono esserci nuove libertà senza che dei “combattenti” intellettuali generosi si facciano carico di rischi, per permettere un giorno che queste libertà nascano. Tu fai parte di questi individui che sono pronti a sacrificare loro stessi per una giusta causa. L’omosessualità appartiene alla storia della condizione umana. Non esiste civiltà che non abbia conosciuto questo fenomeno. Alcune di queste si mostrano più tolleranti e permettono il suo manifestarsi, mentre altre puniscono severamente i “colpevoli”. Nella storia della società musulmana molti grandi poeti arabi, persiani o turchi dell’VIII° sino al XII° secolo (Al-Jahiz, Abu-Nuwas, Khalid Al-Katib, Ahmad Al-Tifachi, Muhhamad Ibn-Daniyal, Muhammad Al-Nawadji…) ci ricordano che l’omosessualità era accettata molto meglio che oggi.

Omosessualità, perchè?. Le cause dell’omossesualità sono fonte di dibattito. Per secoli, si è considerato questo comportamento come un difetto della sessualità destinata alla riproduzione della specie umana. E’ ancora la percezione corrente, in particolare quella delle istituzioni religiose, siano esse cristiane, ebree, musulmane o buddiste. Dopo lo sviluppo della psicologia e della psicanalisi sappiamo che l’omossessualità non è una scelta libera ma un orientamento affettivo e sessuale insito nell’individuo, da mettere in relazione anche, ma non solo, con la sua storia personale. Amare o provare attrazione fisica per persone dello stesso sesso è un fatto, non una trasgressione volontaria, vissuto spesso in modo drammatico, considerando il contesto sociale attuale. Ma la maggiorparte della società democratiche hanno depenalizzato il reato di omosessualità avanzando verso un ugualitarismo di diritto che ha contribuito all’accettazione da parte della pubblica opinione. Personaggi politici e pubblici, come l’attuale sindaco di Parigi, sono stati eletti senza dover nascondere la loro omosessualità. Il Marocco seguirà questa strada, la rifiuterà in blocco o cercherà di trovare la sua propria strada?. Il tuo desiderio, la nostra battaglia, è che un giorno vicino la legislazione e la morale del nostro Paese possa cambiare, o perlomeno seguire la strada di molte democrazie occidentali, ma anche quella dell’Africa del sud. Una tale via è possibile oggi in Marocco?. C’è da dire che noi marocchini non siamo molto lucidi su certi nostri comportamenti. La nostra grande pruderie condiziona la più parte di noi, che in generale viviamo in spazi distinti tra uomini e donne. Ma pur essendo fortemente condannata (l’omosessualità) noi viviamo in un clima che si potrebbe qualificare come “omosensuale“. Se i gesti di affetto tra un uomo e una donna sono proibiti in pubblico, sono considerati normali tra uomini o tra donne!. In nessun altro luogo che il Maghreb gli uomini si toccano e si abbracciano cosi’ tanto e affettuosamente!. Ma non sarà questo una forma “attenuata” o imperfetta dell’omosessualità?. Noi dobbiamo, ora che stiamo uscendo da una società tradizionalista, guardare in faccia queste questioni in maniera responsabile. Ma piuttosto che comprendere, spiegare e legiferare si preferisce “demonizzare“. E’ più semplice decretare quello che non amiamo, per diverse ragioni, come “un difetto d’altri“. Io mi interrogo veramente sui fondamenti di questa astiosa incomprensione che molta gente sente per l’omosessualità e verso gli omosessuali. Questo astio incomprensibile è un motivo di profonda angoscia per il fatto che gli omosessuali minano le fondamenta della famiglia?. Pertanto, quando ho letto attentamente la tua lettera, ho riscontrato il grande rispetto che tu porti a loro. Nella domanda di riconoscimento di quello che sei, tu non manifesti alcun desiderio di vedere affondare il “modello eterosessuale” grazie al quale, tu sei venuto al mondo!. In realtà, queste incomprensioni, sono frutto dell’insieme della nostra società e senza dubbio il risultato eclatante di tutte le frustrazioni accumulate, particolarmente le frustrazioni sessuali. C’e bisogno sempre di un capro espiatorio come ha dimostrato l’inquietante storia di Ksar El-Kèbir, nel novembre 2007. Ci vogliono poche cose per far salire la violenza, la collera e l’astio di molti dei nostri concittadini!.

Sesso, individuo e religione. Nella società marocchina il “fenomeno sessuale, le sue manifestazioni, la sua visibilità, non sono disgiunte dalla dimensione religiosa. Qui non dobbiamo nasconderci; non troviamo confronti a delle serie difficoltà. Ma bisogna rimarcare questo: possiamo far dire al Corano molte cose, e sovente per ignoranza. Se sui versetti concernenti l’omosessualità si tiene conto della storia, l’antropologia, la linguistica, l’analisi letteraria, l’intertestualità con la Bibbia e altri referenti, che contrasti troviamo?. E quali sono questi versetti. Nella soura 7, versetto 80 e 81, si trova Loth, nipote di Abramo, che dice al suo popolo: “Andate voi verso una turpitudine dove nulla di simile nel mondo l’ha preceduta?. Veramente! Voi avete desiderio con uomini al posto delle donne! Voi siete un popolo oltraggioso!”. Un altro passaggio coranico identifica il crimine commesso dal popolo di Loth nella pratica dell’omosessualità. Nel versetto 165-166: “Fate che tutti voi vadano con uomini e lasciate al vostro lato quello che il Signore ha creato per sposarvi?”. No, ma voi siete della gente che trasgredisce“. Prendere dei versetti e isolarli da tutto quello che precede è un esercizio poco raccomandabile e lo faro’ qui per necessità. Una lettura rapida e provvisoria del Corano ci permette di dire che se si resta a questi versetti si nota che l’interpretazione non è evidente (esegeti della Bibbia hanno sottolineato l’imprecisione testuale dei passaggi sulla storia di Loth a Sodoma). D’altro canto se si accetta la copulazione tra uomini questo avviene tra il popolo di Loth (non è pero’ detto nel testo). Ben inteso, si obbietterà che (dopo il Corano) questo popolo conobbe la distruzione con l’invio di massi dal cielo. Ma questo in ragione delle pratiche omosessuali ccompiute?. O forse perchè la violenza contro gli ospiti di Loth reco’ un danno grave alla legge dell’ospitalità?. I commenti ebrei di questa storia che si trovano nella Bibbia (Genesi 19) attestano il crimine del non rispetto dell’ospitalità dovuta ai visitatori, anche nemici, e non sulla morale omosessuale. L’ospitalità è l’espressione della solidarietà tra gli uomini esposti ai pericoli che minacciano la sopravvivenza di una famiglia, di un gruppo, di un clan. In questo contesto l’omosessualità diventa un elemento secondario. Non disturba gli elementi di solidarietà che permettono la salvaguardia di una società, contrariamente all’ospitalità. La nostra lettura del Corano è subordinata ai nostri presupposti e alle nostre abitudini di lettura. In un attitudine del dialogo con il testo coranico, a partire dall’oggi delle società umane e dalla condizione umana, le interpretazioni devono essere pluraliste e discusse in modo serio. Le parole usate oggi dai sapienti religiosi per disegnare le pratiche omosessuali (liwat e luti) non sono in alcun caso parole coraniche e datano probabilmente l’età “giuridica” dell’Islam (VIII° secolo). I giuristi dell’Islam hanno allora assimilato le pratiche omosessuali alla fornicazione e all’adulterio, designati con il termine “zina“. Aggiungiamo che secondo le diverse scuole giuridiche, le pene applicate sono state e restano invariate. Una credenza popolare veicola l’idea che nell‘Islam, gli omosessuali meritano la morte e alcune autorità religiose abbondano in questo senso da molti anni (Iran). O forse quest’idea si appoggia su di una sola tradizione, attribuita a Ibn Abbas, cugino del Profeta: “Uccidete l’attivo e il passivo che commette l’atto del popolo di Loth, cosi’ come la bestia e quello che copula con una bestia“. Ma questo hadith non si trova nelle collezioni più importanti, quelle di Boukhari e di Muslim.

Vedi caro Abdellah, la tua lettera mi ha condotto a riflettere a fondo sugli aspetti della nostra realtà umana e sulle nostre virtù di credenti. Ti auguro che molti altri accolgano la tua confessione come un invito al dialogo e alla riflessione e non come un motivo di polemica e di provocazione. Come un appello alla tolleranza nel nostro Paese. Come un rifiuto dell’astio. Da parte mia non ho dubbi che tua madre, M’Barka, ti ama e ti amerà per sempre.

TelQuel – Rachid Benzine

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