In questa giostra quotidiana di informazioni che provengono da ogni parte del mondo, certi accadimenti passano, chissà perchè, in secondo piano o lasciano indifferenti i più. La cosa sorprendente che le concause di certe problematiche sarebbero facilmente estirpabili, con buona volontà e progetti umanamente fattibili. I Boscimani sono un popolo di nomadi che giunsero in Botswana circa 20.000 anni fa e oggi, nel terzo millenio, stanno per essere sopraffatti da un mercato banale e squallido: quello del lusso, quello del diamante, carbonio cristallizzato. Le tribù boscimane Gana e Gwi vivono nel durissimo ambiente naturale del deserto del Kalahari, uno dei luoghi più inospitali del pianeta, luogo che difficilmente un occidentale potrebbe sopravvivere data la scarsità di acqua perenne. Dal 1961 esiste una riserva naturale, la Great Kahalari Game Reserve, che si estende per oltre 53 mila kmq, la seconda area naturale più grande del mondo dopo il Parco Nazionale della Groenlandia. Era nata per proteggere questo nobile popolo. Dal 1986 i politici botswanesi decisero che “le persone non possono vivere come animali“, cosi’ disse il ministro per l’Agricoltura Johnnie Swartz.
Dal 1977 iniziarono le “deportazioni” dei “Bushmen” (Boscimani in italiano), derivazione data dall’abitudine di costruire abitazioni temporanee con gli arbusti (Bushes in inglese) del deserto. Xade, Molapo, Mothomelo, Metsiamanong, Gugama, Kilkao e Gope erano i loro villaggi. Oggi esistono i “campi di reinsediamento” di New Xade e Kauduane. Il governo ne va fiero, vengono mostrati ai turisti come animali in uno zoo, questi esseri umani dal passato antico, ma non parla dell’alcolismo devastante, della prostituzione e del disagio del Non Essere. L’ONG Survival International ha raccolto a suo tempo delle prove di avvenuti stupri, uccisioni e mutilazioni subite da queste tribù che resistevano allo sfollamento. Nelle intenzioni dei legislatori la riserva di Kalahari era nata con l’intento di “preservare l’habitat di persone e animali che risiedevano nella zona“. Mogetse Kaboikanyo, quattro mesi dopo la sua deportazione, qualche giorno prima di morire, aveva dichiarato: “Ma perchè io devo andarmene se gli animali possono restare?”. Tutta questa tragedia ha un nome: DeBeers. Gli splendidi e costossimi diamanti, amati dalle donne e motivo di potere per gli uomini.
Nel dito , al collo, nei lobi delle orecchie di tutte le donne che posseggono un diamante DeeBeers , vi è una goccia di sofferenza, di sangue, del popolo Boscimano. Ma tutto questo ha un senso?. La storia non ci ha insegnato ancora niente?. Tutta l’area purtroppo è già stata espropriata, anche se il Governo (Azionista del Gruppo DeBeers con quote al 50%) ha cessato la pratica delle deportazioni, a seguito delle proteste della comunità internazionale. Ma loro resistono, un popolo fiero quello dei Boscimani. Alcuni dei deportati, circa mille, hanno deciso di fare ritorno nelle loro terre di origine, dopo le violenze subite, e hanno fatto causa alla pubblica amministrazione per riottenere il diritto di viverci, ma ad oggi il governo impedisce loro la caccia e l’accesso all’acqua. Survival Italia è in prima linea contro questo crimine, ma i dollari sono forti, il potere è forte, la vanità e l’ostentazione ancora di più, non si ferma davanti ad un diamante perfetto, unico e irripetibile, da sfoggiare con orgoglio e fierezza; quella stessa fierezza che i Boscimani hanno nelle loro radici, per non essere abbatuti, mortificati, uccisi, deportati.
Oggi Naomi Campell con signora Beckham (prototipi corretti per testimoniare l’arroganza dei nostri giorni), sono le testimonial di questi diamanti; pagate per distruggere un popolo. Tre anni fa le modelle Imam e Lily Cole rifiutarono di continuare a prestare il loro volto alla DeBeers quando vennero a conoscenza dei fatti. Da tempo i bianchi avevano (credevano) riconosciuto di non essere superiori ai neri; è giunto il momento che i nomadi e i cacciatori non siano considerati inferiori agli impiegati o agli agricoltori. Se questi popoli hanno mantenuto in vita la loro cultura, le loro tradizioni, fino ad oggi, hanno il sacrosanto diritto di essere considerati come uomini di questo mondo, non bestie da spostare a nostro piacimento, in nome del Dio Denaro. E’ intollerabile. A tutte le donne intelligenti ricordo una bella frase di Fabrizio DeAndré: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame puo’ nascere un fiore“.
Ciao Paolo, apprezzo molto tutti i tuoi interventi. Li leggo da qualche mese. Mi piacerebbe incontrarti. Anche io con una coppia di amici ho un riad in medina finalmente terminato. Tu ci vivi o fai avanti e indietro? Se da te si cena potremmo venire a trovarti con piacere. Grazie e ancora complimenti per il tuo impegno…
Ciao Elisabetta…ci vivo da oltre 5 anni oramai. E’ impensabile per me non essere qui al Riad con i clienti (è un mio vizio di sostanza) e dopo alcune esperienze passate preferisco gestire personalmente il tutto, con l’aiuto di personale marocchino affidabile e professionale. Fatevi vivi quando siete a Marrakech….grazie per i complimenti…
ciao Paolo, mi chiamo Emanuele,e,dopo essere stato a Marrakech non riesco più a togliermela dalla testa,sarà grave?mi piacerebbe gestire un petit riad nella medina,senza pretese e senza grandi obbiettivi imprenditoriali,conosci qualcuno che vende oppure cerca persone che gli gestiscano il riad?ho saputo da poco dalla mia amica Giovanna che vive lì che la crisi si fa sentire,è ancora una buona idea secondo te ,oppure devo lasciar perdere?accetto di buon grado ogni consiglio ed indicazione,chi meglio di te mi può dare delle dritte!!!!!buona giornata e grazie. Emanuele
Ciao Emanuele…tempi duri anche qui….molto duri…