Voglio parlarvi di questa Associazione e per fare questo devo parlarvi del popolo Amazigh. “Berberi” è una delle denominazioni con la quale il popolo Amazigh viene indentificato. In origine il termine “berbero” è greco (barbari in latino) e identificava tutti quei popoli che parlavano una lingua diversa dalla loro e considerati estranei. Gli Imazighen (plurale di Amazigh) sono gli abitanti originali del nord Africa (Maghreb), conquistati dagli arabi e islamizzati. Il loro territorio si estende dall’Egitto alla Mauritania, dal Mediterraneo alle frontiere dell’Africa subsahariana. La lingua é un elemento basilare nell’identità di questa popolazione ed è il fondamento principale della sua cultura. Tutte le caratteristiche e le peculiarità della cultura Amazigh ruotano intorno alla loro lingua. La lingua Tamazigh é di origine afro-asiatica ed è stata tramandata nei secoli solamente come lingua orale ed è divisa in numerosi dialetti. La differenza tra questi dialetti puo’ essere notevole, considerata la separazione geografica dei differenti gruppi cosi’ come il contatto avuto con le differenti lingue che sono entrate nei loro territori, nei corso dei secoli.
La lingua Tamazigh è parlata in molti Stati del nord Africa e si calcola che sia usata da oltre 20 milioni di persone. I Paesi con il più alto numero di persone che parlano Tamazigh sono il Marocco e l’Algeria.I Tuareg costituiscono la popolazione Amazigh della zona centrale del Sahara. In Marocco si parlano basicamente tre varianti di questa lingua: il Talxelhit, nel sud/sud-est, nella valle del Rio Sus, nell’Atlas e Anti Atlas; il Tamazigh, variante che mantiene il nome della lingua madre ufficiale, e che si parla nel centro del Marocco e nel Medio Atlas ed infine il Tarifit, usato nel Rif e nel nord del Marocco. Il sistema di scrittura, antichissimo, si chiama libico-amazigh o Tifinagh. Negli aspetti culturali che caratterizzano la cultura Amazigh esiste la “Twiza“, che é considerata come un meccanismo di solidarietà e di coesione sociale che si traduce in lavoro collettivo e nell’aiuto mutuale, situando l’individuo parte fondamentale del gruppo, favorendo cosi’ l’azione collettiva.
La “Twiza” consiste nell’offrire un lavoro o un servizio comunitario a una persona che lo necessita, come per esempio comprare le sementi o aiutare a restaurare una abitazione. Questa é una pratica che da sempre è abitudinaria tra le donne Amazigh. Le donne si aiutano nei preparativi di un matrimonio, nella decorazione della casa, durante la nascita di un figlio o di un funerale, quando sorge un problema ad un membro della Comunità. A quel punto si convoca una riunione, discreta, dove si annuncia che la persona in difficoltà riceverà la “Twiza” da uno o più soggetti della Comunità e si concretizza l’obbiettivo da raggiungere. La “Twiza” “moderna” potrebbe essere paragonata all’aiuto attraverso le Associazioni (ONG o statali) con caratteristiche più formali e organiche. Qui si tratta di una Associazione che non riceve nessun aiuto dall’esterno, che tramite il passaparola e poco altro riesce a racimolare pochi soldi che servono alla Comunità; niente Pubblicità Progresso solo Amore. Questa è l’Associazione Ramlia, voluta da Zaid, amico del Riad Amazighen ed esperta guida nel deserto dell‘Erg Chebbi, insieme ad altri suoi compagni di questo ammirevole viaggio.
Zaid é un 26enne berbero, un berbero fiero e discreto: discreto al punto che sono venuto a conoscenza di questo progetto da poco tempo e la mia stima nei suoi confronti é salita ai massimi livelli. Lo sento e lo vedo spesso quando accompagna i miei ospiti nel deserto e mai mi aveva accennato a questo bellissimo progetto. Che ora é anche nostro. L’Associazione ha come obbiettivo lo sviluppo di Ramlia, piccolo villaggio rurale ai piedi del deserto, e di altri villaggi della Regione. E’ un ambiente duro, arido, che mette alla prova quotidianamente i suoi abitanti, che vivono con poco, per non dire con nulla. Partendo dai valori umani basati sul volontariato e la solidarietà, l’Associazione Ramlia si occupa dello sviluppo scolastico e la lotta contro l’analfabetismo, vuole migliorare la situazione delle donne, cerca l’interscambio culturale e difende il suo Patrimonio. Altro punto importante dell’Associazione é quello di contribuire al miglioramento delle infrastrutture locali (pozzi, energia, strade) con lo scopo di combattere l’esodo rurale promovuendo il turismo e l’agricoltura.
Con l’aiuto e la coordinazione tra gli abitanti incanala i suoi sforzi sulla ricerca degli interessi generali della popolazione, creando Cooperative in differenti ambiti lavorativi (turismo, agricoltura, artigianato). Ma é solo all’inizio e necessità di aiuto. Un aiuto vero e concreto per far si che i bambini vadano a a scuola, che le loro case siano abitabili, che le donne possano lavorare e produrre per la Comunità e che gli uomini siano in grado di coltivare la loro terra. Tutto questo é l’Associazione Ramlia. Se siete interessati ad aiutare questo progetto contattatemi, ne sarei felice, per loro, perchè se lo meritano, e per tutti i bambini che laggiù vivono e guardano il mondo con i loro occhioni neri, carichi d’amore e di speranza. VISITATE IL SITO DELL’ASSOCIAZIONE….