All’alba del 6 novembre 1975, un corteo di 350.000 marocchini si ritrovo’ nel deserto sahariano per una marcia che duro’ diversi giorni. Il Sovrano Hassan II intendeva liberare il Sahara occidentale dalla presenza spagnola, come aveva promesso a suo padre, all’indomani dell’Indipendenza del Marocco. Il 26 settembre informo’ i suoi governatori del progetto, durante una riunione a porte chiuse. Dopo questa riunione oltre 700 funzionari vennero coperti da segreto di Stato e seguirono una formazione speciale rapida. Appresero la ragione di questo trattamento clandestino il 16 ottobre alle 18.30, durante il discorso di Hassan II che rivelo’ al mondo intero il suo piano per liberare il Sahara occidentale. Qualche ora dopo, la Corte di Giustizia dell’Aia si pronuncio’ sull’argomento presentato da Rabat. Il tribunale internazionale confermo’ l’esistenza di legami che univano le tribù saharaoui al reame marocchino prima della conquista spagnola nel 1884, ma affermo’ anche che il diritto di autodeterminazione doveva prevalere sulla Storia. Coprendo le voci dei giudici, centinaia di veicoli si incamminarono verso le provincie del sud con tonnellate di materiali e di viveri necessari all’operazione. Treni, aerei e navi parteciparono a questo balletto logistico e il 23 ottobre il primo convoglio di marciatori prese posizione a Tarfaya. Il 6 novembre all’alba, la Marcia Verde o operazione Fath venne lanciata: i 350.000 volontari di questa armata pacifica si incamminarono verso il deserto per una dimostrazione che duro’ sino alla metà del mese. Ritratti del monarca marocchino, che volontariamente piazzo’ la Marcia sotto i colori dell’Islam, bandiere e migliaia di Corani vennero distribuiti a quella marea umana in sostituzione delle armi, che incrocio’ le prime guarnigioni spagnole che stavano evaquando la zona. Poi é Storia, brutta Storia, dovuta anche all’imprudenza e alla leggerezza degli spagnoli (nel 1970 la scoperta di un importante giacimento di polifosfati a Bou Craa fece intravedere agli spagnoli un interesse per un micro-stato di circa 70.000 abitanti con un destino economico facilmente controllabile), ma vi rimando alla Cat.Sociale – Polisario e Sahara occidentale. Il Marocco celebra questa festività come un avvenimento storico determinante che tradusse con forza la simbiosi tra il Trono e il Popolo, uniti da legami indistruttibili verso la causa della “marocchinità” del Sahara. Questa forte mobilizzazione, spontanea e veloce, testimonio’ la profonda sensibilità, mai smentita, del popolo marocchino davanti a delle questioni condizionanti il suo destino, prima fra tutte la sacralità dell’integrità territoriale. Nell’ultimo discorso del Trono, SAR Mohammed VI ha dichiarato che: “Noi riaffermiamo la volontà del Marocco di perseguire la sua politica della mano tesa, per avvicinare i punti di vista e appianare le differenze, consolidare la fiducia con il dialogo per arrivare ad una riconciliazione totale e globale con tutte le parti in causa (…) ma la priorità delle priorità rimane oggi e sempre la protezione e la consolidazione dell’integrità territoriale del Reame“.
Poi chiarificare “dovuta anche all’imprudenza e alla leggerezza degli spagnoli “. Non capisco…..
Un articolo un po “pro-marochino” ??????? non lo so, non mi sembra il caso.
Dai, racontami perche non che un po di critica sul fatto di andare a cercare un territorio che non c’era suo.
Anabel…mi fa effetto scriverti da qua…. tu sai bene che gli spagnoli quando decisero di andarsene dal sud promisero di fatto i territori ai saharaoui, senza averne nessun diritto (gli spagnoli, non era terra loro!), senza avvisare nessuno di questa manovra, creando questo grosso problema, in funzione anche del presunto micro stato che i saharaoui avrebbero potuto creare, economicamente forte grazie ai polifosfati. Storici importanti hanno appurato il forte legame che il Marocco ha avuto sui territori del Sahara occidentale, già dalle prime dinastie presenti sul territorio, ma con questo non voglio dire che il Marocco ha ragione. Vedo pero’ da parte marocchina una grande disponibilità a risolvere questa diatriba che oramai non ha senso di esistere, nel 2008, a discapito delle popolazioni, sia saharaoui che marocchina. Ribadisco che gli spagnoli hanno fatto dei danni…cosi’ litighiamo un po’..Hasta pronto socio!
Le Comunità marocchine in Italia celebrano il 06 novembre 2009 il 34° anniversario della gloriosa Marcia Verde per la liberazione del Sahara
La Marcia Verde, un grande avvenimento nel processo di completamento dell’unità territoriale marocchina.
In clima di sentimento patriottico e di entusiasmo che, le Comunità marocchine in Italia ed il popolo marocchino celebrano il 06 novembre 2009 il 34° anniversario della gloriosa Marcia Verde.
La Marcia Verde si ricorda come un avvenimento storico glorioso e un evento di riferimento, corona un lungo processo di militantismo e di lotta persistente per l’indipendenza del Marocco e la realizzazione dell’integrità territoriale.
Grazie all’appello del defunto Re Hassan II, la Marcia Verde, che ha risvegliato la profondità dei sentimenti patriottici dei marocchini e il loro impegno di difesa dei loro legittimi diritti, dimostrando la loro unione, determinazione e saggezza.
Il 06 novembre 1975, in risposta all’appello del Re, I 350.000 volontari, uomini e donne, di tutte le categorie sociali, si sono mobilitati da tutte le regioni del Marocco per raggiungere i territori occupati: il Sahara detto Spagnolo o Occidentale.
I 350.000 volontari armati solamente di una copia del Corano, una bandiera nazionale e dei valori di pace.
In seguito a questo grande evento, la Spagna ha firmato l’Accordo di Madrid con il Marocco e, ha deciso di ritirarsi subito dai territori marocchini.
Tale evento si inserisce nella lotta marocchina per la liberazione del paese.
Questa azione patriottica continua oggi con forza e determinazione per salvaguardare l’integrità territoriale del Regno marocchino e di sconfiggere tutte le manovre dai nemici.
Rete delle associazioni delle Comunità marocchine in Italia