Io in tutto sto can can di finanza, devo essere sincero, ci capisco poco. Ancor grazie che riesco a far quadrare i conti con chi di dovere. E’ sempre stato cosi’..anche quando ero in carriera e negli ultimi periodi ero persino riuscito a capire che le banche, elegantemente, mi prendevano dei bei soldoni. Pero’ era parte del gioco, un gioco che mi stava interessando sempre meno, a dirla tutta. Poi é la mia storia; brillante carriera mandata in fumo in un grande Gruppo, momenti di incertezza sul da farsi, monotonia della provincia che amavo quando non l’avevo, amicizie sbagliate, fiducia donata e mal corrisposta. E all’orizzonte..Marrakech..un altro mondo, un altra vita…altri ritmi e riflessioni. Scopro anche di far parte di una nuova corrente che inizia non dal Partire ma da un diverso atteggiamento. Lo ha coniato lo svedese Jorrgen Larsson, si chiama downshifting. Per il New Oxfors Dictionary questo parolone significa: ” Scambiare una carriera economicamente soddisfacente, ma evidentemente stressante, con uno stile di vita meno faticoso e meno retribuito ma più gratificante“. Voilà, sono io! In parole povere una ragionata decrescita (anche di immagine forse). Sono membro di un Club allora? Io non porto più l’orologio, sicuro, ascolto la voce del muezzin o guardo il sole e sono preciso come un cronografo svizzero famoso (che avevo). Certo é che il cambiamento é stato voluto e volontario, faticosamente cercato e realizzato, quando la mente mi chiedeva un sacco di garanzie che non potevo avere in quei momenti. Lavorare meno, guadagnare meno, altri lo chiamano “voluntary semplicity” (lo letto su un quotidiano americano in questi giorni di crisi nera), semplicità volontaria. Ma quando sei in mezzo alla povera gente non ti viene certo in mente di comprarti il SUV, o le scarpe Paciotti o la cintura Gucci!.
“Prima” cambiavo l’auto una volta all’anno oggi giro in bici nelle strade di Marrakech come un siluro e se ho bisogno per un giorno dell’auto, la nolleggio. Niente assicurazioni, bolli, benzina che aumenta e stress…C’e bisogno di riprender fiato, credere che la vita é anche pensiero non solo fretta, che uscire per impegnare la serata é nevrastenia, che a volte una bella camminata con il cane ti rende molto più sereno che una chiacchera dovuta. Marrakech, con i suoi limiti, mi ha insegnato che la vita é fatta anche di luce, di profumi nell’aria, dei datteri che stanno maturando adesso, che posso permettermi di dire “domani, magari“, di sedermi con le anziane signore della piazza e guardarle mentre ricamano i cappellini, o parlare di spezie e incensi con Hassan, per ore. Dedico il mio tempo a me stesso e a gli altri, questa è la mia ricchezza adesso, i miei “futures”, e non li gioco in borsa.
Credits: wanderinghome/guillame! su flickr.com
Caro Paolo non sai quanto possa invidiare il coraggio usato nel prendere la decisione di abbandonare tutto ciò che avevi e stavi facendo qua in italia. Basterebbe che io ne avessi la metà! Essere liberi da tutto è il meglio che si possa chiedere,ma poi subentrano gli affetti(figli,genitori amici ecc.)e allora mi devo rassegnare a vivere a certe condizioni,però chissà col tempo……Intanto o cominciato con portare più l’orologio. Ciao Roberto
Ciao Roberto, purtroppo non si é mai liberi da tutto…io non so quanto coraggio ho avuto a lasciare tutto per trasferirmi qui..non riesco a quantificarlo, é stata un esigenza interiore prima ancora del coraggio ..di fatto ho perso anche io molto: la presenza fisica dei pochi amici di sempre, la famiglia, e sono ovviamente molto solo. E’ anche vero che in questo momento non amo particolarmente la società occidentale per certi suoi comportamenti, atteggiamenti e correnti varie, quindi sto seguendo un percorso di vita che francamente non so dove mi porterà..ma comunque non é questo il problema. Qui sono sereno e questo é già molto…in tempi moderni! E poi resta il fatto che in due ore di volo sono sul suolo italico..sono in Africa ma qui é Africa vicina..Bravo per l’orologio..si inizia senza dal basso!!..
caro Paolo leggo sempre con molto intersse il tuo blog al quale mi ha avvicinato la nostra comune passione per ceri luoghi “magici” (e uno di questi è Sidi Ifni).
Non sapevo dove postarti questa “richiesta”, lo faccio qui:non per invadere la tua privacy o sfrucogliare nella tua vita, ma per me sarebbero molto interessanti anche tuoi articoli su come vive un italiano a Marrakech, episodi di vita vissuta, insomma quello che vuoi, non hai bisogno di suggerimenti,ne sono sicuro.
Buona vita!
Ciao Anafi e grazie per il tuo interessamento al Blog. In verità devo dire che inizialmente avevo inserito una Cat. Day by Day dove iniziai ad annotare le cose di tutte i giorni. Poi, riflettendo pensai che forse non era cosi’ interessante per i blogger e i primi posts gli inserii in altre Categorie. Ho scritto del mio rapporto con i taxis, il Katanga marocchino, vivere slow e altro..