Ramadan, tra cultura e bulimia.

Prima di leggere questo post gradirei che andaste a  “Ramadan: bene o male per l’organismo?”, alla Cat.Religione e/o Sociale e  vi ringrazio se mi posterete un vostro parere. Ho ricevuto un commento, che ho pubblicato, che mi taccia di essere pernicioso, miscredente, fautore di insulse teorie a firma di Marco/Mohammed.  Semplicemente ho riportato degli stralci di una lunga intervista di un medico musulmano sugli effetti del Ramadan, niente di più. Fatemi sapere. Il vostro parere si che é importante!

Lunedi’ scorso il quotidiano socialista Liberation ha titolato la sua prima pagina con “Bulimia ramadanesca“, dichiarando che “molti dei nostri compatrioti mangiano più del dovuto durante il Ramadan“. Alla vigilia del Ramadan, il Ministro del Commercio, Ahmed Rèda Chami lancio’ delle abbondanti cifre per spiegare che con 850.000 quintali di farina, 250 milioni di uova, 77 milioni di litri di latte e 6.927 tonnellate di burro, il mercato era pronto ad affrontare la bulimia che invade i marocchini nelle serate “after” la rottura del digiuno. Nelle grandi città come Casablanca e Rabat tutti i supermercati sono invasi ogni pomeriggio da migliaia di persone che acquistano in vista della copiosa cena dell’Iftar. “La fame e la voglia di mangiare mi spingono ad acquistare grandi quantità di prodotti salvo che, dopo la rottura del digiuno, comprendo che mi é possibile consumarne un quarto” ha spiegato a l’AFP il Sign. Saad Al Andaloussi, un bancario di Casablanca. ” Non c’é bisogno di inchieste o analisi, i marocchini consumano tre o quattro volte di più nell’alimentare durante il Ramadan” ha assicurato un responsabile del Ministero della Cultura, Abdelouahed Ouzri. Ma, dati alla mano, sembra che quest’anno il livello “culturale” sia ottimo, considerando che i luoghi di cultura come i teatri sono sempre old out. Ouzri reagisce ad una recente analisi dell’Alto Commissariato al piano pubblico (HCP) che affermava una riduzione netta in termini di cultura. Nel 2007 la riduzione é stata del 24%, dovuta, secondo l’analisi, ad una iperconsumazione alimentare che ridurrebbe la voglia di uscire, assistere a spettacoli o leggere. A Casablanca le discoteche o i bars sono affollatissimi con programmi modificati per il mese sacro. Si privilegiano danze orientali e i gruppi di canto popolari, con una sola condizione; non si serve alcool. “Certo, non c’é alcool ma nelle discoteche e nei bars c’é la prostituzione, il narguilé, l’haschisc e le danze sino all’alba” ha commentato in tono ironico il settimanale arabofono Nichane. Le grandi moschee, in tutte le città del reame, sono affollate di fedeli, alcuni pregano in plein air davanti agli ingressi. Le veglie sufiste (mistiche) si sono incrementate quest’anno a dismisura. A Casablanca, la grande moschea costruita per il Re Hassan II, sul bordo del mare, attira ogni sera migliaia di fedeli che, certamente, arrivano in massa anche per ascoltare la splendida voce del giovane sceicco Omar Kzabri, che incanta le folle con le sue salmodie melodiose del Corano. Fautore dello sviluppo del sufismo in Marocco, il Ministro degli Affari Islamici, Ahmed Toufiq ha lanciato sabato scorso un appello per la “redinamizzazionedelle Zaouie (confrerie) che hanno come principale missione l’approccio dell’individuo a Dio.

Font: AFP – Nichane

Images: Geta.80 su flickr.com / jor64 su flickr.com

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