Nella antica tribù degli Qouassem, regione di Ouled Frej, nella provincia di EL-Jadid, un pugno di falconieri perpetua da tempi remoti l’arte del dressaggio di falchi per la caccia, una cultura che attraversa i secoli ed é costituita in parte dalla nobiltà del falco e dall’uomo, che ne diventa il compagno fedele.In questa regione, fertile e generosa, gli anziani Qouassem come Kaddour Maqsouri, Larbi Grini con il loro rango di “Si Said” (Signori), continuano a consacrare corpo e anima a questa tradizione che riempie di orgoglio i Doukkalas e i tanti Moussem e feste religiose del territorio. Niente puo’ convincerli a dimenticare la falconeria, né l’età, né la poca disponibilità economica, neppure l’indifferenza di chi é stato preposto ad intervenire per salvaguardare una attività che é patrimonio della regione e del Paese intero. Il falco o “Uccello di pura razza” (At-Tair Al-Horr) come é chiamato dai Qouassem, detiene uno spazio molto particolare nella vita dei membri della tribù: in tutte le dimore e occupa il rango di membro della famiglia. A titolo di prova di quanto questo legame sia forte, racconta Cheik Abdellahh Grini, “quando il falconiere si reca al souk (mercato) settimanale si prende cura di acquistare, prima di ogni altra cosa, i piccioni neccessari all’alimentazione del rapace, prima ancora di procurarsi il sostentamento per la famiglia. Un falco consuma più di 30 piccioni al mese, uno per giorno, creando notevoli difficoltà economica alle precarie condizioni di vità generali e senza alcun tipo di aiuto.
Il falconiere Grini lancia un appello chiedendo non risorse economiche per gli uomini ma per i falchi, semplicemente un aiuto per salvaguardare questa eredità storica. Parlare di falconieri in Marocco conduce immediatamente al grande Kaddour Maqsouri, 121 anni, che é parte della schiera di centenari marocchini in ottima salute. Kaddour non misura la sua vita con gli anni ma con il numero di falchi e cavalli arabi allevati e che ha avuto come compagni. “Nella mia vita ho avuto 5 cavalli e numerosi falchi, non ricordo più quanti. Se l’età oggi mi impedisce di cavalcare, specialmente per il Moussem di Moulay Abdellah, non ci sarà che la morte che potrà impedirmi di smettere l’allevamento e la caccia con il Tair Al-Horr“, sottilinea l’arzillo anziano. L’età molto avanzata di quasi tutti i falconieri ha fatto si che un giovane uomo, Ahmed Laghzaoui, ha preso l’iniziativa di costituire un Associazione a Ouled Frey, chiamata “Qouassem“, con l’obiettivo di consacrare questa attività promuovendo e incoraggiando le nuove leve. In una dichiarazione Laghzaoui ha indicato che l’Associazione ha già assicurato il corso per undici giovani e, uno di questi, sta già lavorando presso l’aereoporto internazionale Mohammed V di Marrakech, con il suo falco, occupandosi di far disperdere gli uccelli dalle piste di atterraggio. Due altri giovani lavorano presso un centro di ricerche sull’allevamento di volatili. La falconeria non é che una delle innumerevoli tradizioni presenti in questa Provincia ed é necessario accordare a loro un interesse importante per ridare autenticità e nel contempo consacrarle ad una nuova tipologia di turismo rurale che si sta muovendo a pié veloce nel Paese, creando benessere e occupazione.